Con quest’articolo vorrei parlarvi dei Chakra, ma portandovi una visione un po’ diversa dal solito… che ho appreso e che mi ha un po’ sconcertato, ma che mi risuona come vera. Per il momento non ho un dono di chiaroveggenza che mi permetta di confermare tale teoria “visivamente”, percui vi invito a prenderla come una riflessione che può o meno risuonarvi.
Parto dallo spiegare cosa sono i Chakra nella visione tradizionale.
Chakra è una parola sancrita, che ci giunge dalla pratica yogica in particolare e significa ruota, ma può indicare anche un plesso o vortice. Si fa quindi riferimento a questi centri come condensati di coscenza, aventi ognuno funzioni diverse. Normalmente se ne considerano 7 principali (a volte 8-9) che si localizzano (a livello energetico) in posizione centrale, lungo la colonna vertebrale. In questo luogo secondo lo yoga risiedono 2 canali (nadi – ida e pingala) che hanno il compito di armonizzare e far risalire l’energia kundalini. Quando ida e pingala si intrecciano nascono i chakra. Oltre ai 7 principali ne abbiamo un’infinità di secondari che nascono dai punti d’intersezione dei nadi che percorrono il corpo, ma questi vengono per comodità spesso ignorati. I chakra sono quindi collegati a differenti aspetti della coscienza, funzioni fisiologiche, organi, energia, colori etc. e vengono solitamente descritti come vortici (di forma conica) anteriori e posteriori. Un’interpretazione più precisa sarebbe che il chakra sia all’origine dei due coni, i quali ne sono solo la manifestazione energetica anteriore e posteriore. Si dice che tali centri debbano essere aperti (questo è un errore perchè se fossero chiusi non scorrerebbe energia e di conseguenza vita), puliti, armonizzati affinchè l’uomo possa stare in salute ed evolvere, illuminarsi.
Bene, questa è la visione tradizionale, ma ora voglio arrivare a porvi un punto di vista differente.
Tutto nasce con la domanda del mio amico K. “Ma chi vi ha detto che i chakra van tenuti puliti? Da dove viene questa informazione?”
In effetti tale conoscenza si perde nella notte dei tempi, per quel che ne sappiamo è sempre stato così, ma non sappiamo quale fosse il reale scopo di tale informazione. Certo potremmo dire lo stesso dell’informazione di K., ma prendiamola per vera.
K. mi dice: “I chakra sono sigilli e come tali hanno una funzione limitante. Se tu mantieni puliti tali sigilli, certo starai bene, ma funzionando al minimo delle tue potenzialità. In realtà questi sigilli vanno rotti per poter vivere la pienezza dell’essere. Immaginali come gli strozzi di uno scooter, certo, se li tieni mantenuti andrà bene, ma ai limiti imposti da qualcuno. Se li togli, lo scooter viaggerà nella libertà espressa dalle sue potenzialità.”
Questa affermazione mi è risuonata dentro ed è stata come un sasso gettato in uno specchio d’acqua, ha dato origine a una serie di cerchi concentrici!
La necessità di ridare forma alle mie “credenze” mi ha spinto a studiare e osservare l’argomento da un punto di vista diverso, attingendo a ogni informazione acquisita nel tempo frequentando corsi di varia natura.
Sono partito dall’idea, già abbastanza rivoluzionaria, espressa dal mio insegnante di massaggio sonoro al riguardo. Dal suo punto di vista, le immagini canoniche dei chakra sono errate, inquanto rappresentano una struttura fissa, stabile e densa, poco naturale e realistica. La sua idea è che i chakra abbiano un’emissione fluida, informe e leggera, come il fumo che si innalza da un bastoncino d’incenso. Cambia forma in continuazione, muta, si sposta, si estende a volte anche molto lontano, si intreccia con eventuali altri “fumi”.
Il secondo concetto arriva invece dalla Radionica tridimensionale, una metodica di lavoro energetico che utilizza strumenti tridimensionali (appunto) come piramidi, spirali e solenoidi. Qui ho trovato l’analogia coi solenoidi: come si può vedere dalla figura se si collega un solenoide a una corrente elettrica, produrremo un flusso magnetico con polarità nord-sud visibile utilizzando polvere metallica. Tale campo magnetico dispone la polvere a “bolla” attirandola verso i due poli e creando un passaggio interno. Ma poichè tutto è uno, e come nel piccolo così nel grande, allora questo avviene anche nell’essere umano che ha un polo nord – cielo – sommità del capo e un polo sud -terra – coccige. E infatti si parla dell’aura come una bolla energetica, un campo elettromagnetico, che ci avvolge. Se ciò è vero, deve anche essere vero che il flusso interno, che percorre la colonna, deve essere uguale a quello del solenoide, ovvero un flusso ininterrotto da un polo all’altro. E qui casca l’asino! Sappiamo invece, ed è percepibile (questo lo sento anche io), che abbiamo delle emissioni “laterali” in corrispondenza dei chakra, come per altro ci insegna la tradizione.
Ho quindi immaginato i chakra come delle valvole di sfogo, come nella pentola a pressione. Ecco tutto questo mi fa pensare che la funzione di questi sigilli\valvola sia quella di limitare l’afflusso troppo potente di energia. Si dice infatti che se kundalini risale prematuramente, o in un canale non adeguato possa fare danni e bruciare tutto. Ma può anche essere vero, come alcuni teorizzano, che a qualcuno faccia comodo un essere umano limitato, più governabile e sfruttabile in una sorta di schiavitù.
Allora a volte può essere utile mantenere in equilibrio questi sigilli affinchè lavorino bene nella loro funzione di contenimento, ma se aspiri all’evoluzione, a essere libero il lavoro da compiere è quello di liberarsi e diventare un unico ponte tra cielo e terra senza interruzioni. Io ci sto lavorando… e voi?