Come abbiamo già visto le nostre emozioni si annidano nel corpo e la Cranio Sacrale ci mette nelle mani uno strumento molto valido: la Somato-Emozionale.
Lavorando con la Cranio Sacrale Somato-Emozionale andiamo ad instaurare una triangolazione terapeutica tra il cliente, il terapeuta e un “oggetto” intermediario che, nel caso di cui parleremo oggi, è l’organo.
L’essere umano è un’unica entità composta, allo stesso tempo, da più individualità: gli organi, fino alle cellule. Ogni cellula ha, infatti, una sua identità specifica, ma allo stesso tempo fa parte di un sistema globale sottostandone alle regole.
Possiamo immaginare le cellule e, quindi, anche gli organi come entità dotate di una propria coscienza che decidono di collaborare in un sistema unitario o di ribellarsi ad esso.
Nella Somato-Emozionale andiamo ad instaurare un dialogo terapeutico con queste parti di noi.
Bisogna lasciarsi un po’ andare al gioco e alla fantasia, ma gli effetti sono davvero sorprendenti. Se vogliamo vederla da un punto di vista più scientifico e pragmatico, stiamo semplicemente dando una forma al nostro vissuto, una forma che è parte di noi, ma allo stesso tempo è esterna dissociata. Questo ci permette di vedere meglio ciò che ci affligge e di non identificarci con esso, lasciandolo emergere a coscienza.
Affinando l’ascolto possiamo quindi dare voce al nostro organo, cellula, zona in disequilibrio e, tranquilli!, ciò che ne verrà fuori non sarà semplice frutto di fantasia. Il compito del terapeuta è proprio questo: essere un testimone.
Il terapeuta è lì per ascoltare con le orecchie, ma anche con le mani attraverso il ritmo Cranio Sacrale la veridicità del processo in atto. A volte succede che la nostra mente dia forma a dialoghi interiori che, pur essendo veri, tendono a sviare e a non penetrare nel blocco energetico / trauma in esame. Questi sono meccanismi normali e di difesa che spesso indicano una resistenza ad entrare in contatto con ciò che ci fa soffrire. Il terapeuta ha il compito di farci notare questi meccanismi e invitarci a scendere più in profondità, un passo alla volta.
Quando il dialogo è reale, il tutto è confermato dal ritmo Cranio Sacrale e dai processi che si attivano nell’organismo.
Lavorare con gli organi
Lavorare con gli organi può essere utile in due differenti casi:
- quando il trauma su cui stiamo lavorando è effettivamente in un organo
- quando lavorare su un vissuto emotivo può essere troppo impattante e difficilmente gestibile, l’organo diventa un punto intermedio e metaforico
Ovviamente stiamo parlando di Cranio Sacrale, ovvero di una tecnica corporea, per cui il nostro dialogo terapeutico deve essere accompagnato da tutta una serie di manovre fisiche atte ad aiutare l’emersione del vissuto e la liberazione / trasformazione del trauma. In realtà la Cranio Sacrale ci dà libertà di movimento, possiamo cioè lavorare in modi differenti: dalle manovre prettamente fisiche, all’utilizzo di suoni, colori, immagini…
Un esempio di lavoro con gli organi
Qualche giorno fa parlavo con una amica delle problematiche che dopo il parto, a distanza di anni, ancora la coinvolgono a livello addominale. Questo tipo di problematiche sono molto comuni, spesso dovute a un abbassamento dell’utero. La Cranio Sacrale Somato-Emozionale può diventare un valido strumento per riequilibrare tali problematiche, andando a lavorare su più piani, non solo un aspetto fisico, ma anche emotivo ed energetico, cercando di sciogliere le cause emotive che potrebbero andare a ricreare il problema fisico. Anche nei casi di infertilità può risultare molto interessante questo tipo di lavoro.
Ovviamente questo è solo un esempio di quello che si potrebbe fare, immaginate di poter dialogare e interagire con ogni vostro organo, con quell’organo che da sempre è il vostro tallone d’Achille. Cosa potrebbe raccontarvi quell’organo? Cosa lo affligge? Come potreste aiutarlo? Potreste addirittura rimanere stupiti dalle risposte che potrebbe darvi! Potreste scoprire cose a cui non avevate mai pensato prima.
E’ chiaro che tali trattamenti non sono sostitutivi delle pratiche mediche tradizionali, ma diventano un utile sostegno ad integrazione delle prime, per poter aiutare la persona ad affrontare le proprie problematiche prendendo in esame una visione più ampia.