L’uomo, ascoltando la natura, i suoi rumori, suoni, melodie, ha creato dalla preistoria ad oggi diversi strumenti: a percussione, a corde, a fiato… evolvendo dalla produzione di suoni alla composizione di vere armonie complesse.
In questo arco evolutivo ha imparato, osservando la natura dell’aria e degli strumenti a fiato, che anch’esso era uno strumento in grado di emettere suoni più o meno armoniosi, più o meno articolati. Ha scoperto che l’apparato respiratorio era idoneo alla fonazione e così ha imparato, sperimentando, ad usarlo sempre meglio per emettere suoni, passando da suoni arcaici alla costruzione di un linguaggio. Attraverso il linguaggio ha imparato a comunicare ed esprimere concetti e, quindi, a pensare.
Ma non voglio parlarvi dell’aspetto linguistico, se non marginalmente, mi interessa parlarvi del canto!
Possiamo dire che l’uomo abbia sempre cantato?
Beh forse sì, in quanto troviamo il canto in tutti i periodi storici e in tutti i popoli della terra. Il canto permette all’essere umano di sentirsi UNO col tutto, di poter partecipare dell’armonia del creato e fluire in esso. Molti canti antichi, infatti, sono lodi al creato (pensiamo al nostro conosciutissimo “Fratello Sole e Sorella Luna” di S. Francesco) a partire dai canti shamanici che spesso nascono come ringraziamento alla natura, ai 4 orienti / elementi, alle forze che ci circondano, agli animali e alle divinità.
S. Agostino diceva che chi canta prega 2 volte, perché? Cosa voleva dire?
Beh come vi ho detto cantare ci fonde con tutto ciò che ci circonda, con la Natura e l’Universo. Questo processo è possibile grazie alla vibrazione interna che si diffonde in tutto il corpo e poi verso l’esterno. Tutto è energia, quindi vibrazione e se noi la creiamo internamente possiamo percepirne la forza, la capacità di svincolarsi dalla materia e innalzare tutto il nostro essere: in quel momento partecipiamo del mistero di essere Creatori.
Queste vibrazioni hanno poi una particolarità: sono armoniche, ovvero costituite di più frequenze in un particolare rapporto tra di loro, esattamente come le nostre campane.
Sulle particolarità degli armonici delle campane vi rimando a questo articolo.
In realtà la nostra voce è perennemente permeata da frequenze armoniche, anche quando parliamo, solo che non ne siamo consapevoli.
La tecnica di canto che si interessa in maniera specifica dell’emissione degli armonici è un canto tipico della Mongolia (ma in realtà anche di altri popoli) chiamato appunto Canto Armonico o Overtones. In questa tipologia di canto non si tenta di comunicare un testo articolato ricco di concetti, quanto una ricerca sonora e armonica. Questo particolarissimo canto viene eseguito creando una cassa armonica nelle cavità della bocca e del cranio e si sviluppa secondo due tecniche denominate a “una cavità” o a “due cavità” dove lo spazio di risonanza viene unito o diviso.
Per produrre gli armonici, oltre a utilizzare la testa come una cassa di risonanza, è necessario “cantare senza cantare”, ovvero per esempio costruire il suono delle vocali ma senza emetterne la pronuncia.
In questo modo si crea una fortissima vibrazione armonica che produce una sorta di massaggio interno, processo che ci interessa particolarmente in ambito terapeutico. Infatti, se nel massaggio sonoro utilizziamo strumenti artificiali, con la voce possiamo ottenere gli stessi effetti in maniera naturale. Diviene quindi un ottimo strumento di auto trattamento, ma anche per lavorare sugli altri.