In questi giorni sto riflettendo su alcune dinamiche che vedo attorno e che, più o meno direttamente, si riflettono anche su di me… mi è poi capitato di leggere su questi argomenti anche pensieri di altri colleghi, per cui mi son detto, forse è il momento di esprimere anche io il mio pensiero.
La situazione attuale non è facile, in quanto siamo in un mondo consumistico (spesso anche poco etico) e in crisi. Si incontrano, quindi, due bisogni: quello di portare a casa uno stipendio che ti permetta una vita non di stenti e l’esigenza di non diventare dipendenti dal “potere” che può essere esercitato sulle altre persone, in una parola una visione etica. Oltre a tutto ciò bisogna lottare continuamente con una “feroce” concorrenza, si… in realtà non è feroce, ma se il mercato si satura non lavora più nessuno!
Il primo grosso problema nasce dalla grande esplosione di ricerca spirituale e di crescita personale, che in sé è un aspetto positivo in quanto significa un ampliamento ed evoluzione della coscienza, ma dall’altra diventa un ostacolo quando non si comprende quali siano le sue reali leggi e le cose vengono svolte con superficialità e fretta. Noi, coi ritmi frenetici a cui ci siamo abituati, vogliamo tutto subito, vogliamo essere illuminati in 10 giorni, ma non è così. Non vi è acquisizione spirituale (o di crescita personale, che poi è la stessa cosa) che non richieda impegno, sacrificio, studio, analisi… in quanto la mente mente, ovvero oppone resistenza al cambiamento preferendo mostrarci scenari illusori.
Il secondo problema è che la crisi, la perdita di un lavoro stabile, coadiuvata alla ricerca spirituale, ci spinge a pensare che lavorare nel mondo olistico e spirituale possa essere la soluzione ai nostri problemi. Questo è un grosso errore perché prima di porsi in questo campo al servizio degli altri, bisogna assolutamente lavorare su se stessi. Ecco che conoscere ed apprendere diventa apprezzabile in una crescita personale, in un lavoro su se stessi, ma non votato al servizio verso gli altri. Il servizio è una vocazione, un dono che non tutti possiedono, bisogna esserci portati, proprio come fare il medico, mestiere che deve essere scelto e svolto, non per la possibilità di fama o buon guadagno, ma perché si sente questa chiamata ad aiutare il prossimo, accompagnata dall’effettiva capacità di farlo. Vi faccio un esempio: dipingere. Tutti sappiamo prendere in mano un pennello e strisciarlo su un foglio, ma da qui a saper dipingere o, ancor più, diventare un artista… ne corre! Serve una predisposizione e tanto lavoro e allenamento, altrimenti non si va da nessuna parte.
Ma detto ciò, io cittadino che ho bisogno di aiuto, come posso capire da chi andare?
Beh la prima cosa da fare è sperimentare e cercare di conoscere la persona che ho di fronte. Alcune cose che posso fare sono:
- Comprendere di cosa ho bisogno o di quali tipologia di trattamento mi sento più attratto/a (perché vi sono tanti approcci differenti e non tutti vanno bene per noi)
- Informarmi sull’esperienza dell’operatore (valutando il Curriculum Vitae, osservando grazie a internet eventuali recensioni, chiedendo informazioni, etc.)
- Osservare la dedizione e passione che mette in ciò che fa, la vedo? la percepisco?
- Osservare il comportamento (spesso il comportamento di una persona, pur tenendo presente che è umana e non la dobbiamo idealizzare perché anch’essa avrà le sue giornate no, è un ottimo metro per comprendere lo stato evolutivo e l’intenzione di una persona)
- Ascoltarsi, prima e dopo un trattamento, ascoltare l’ambiente che ci circonda… che sensazioni ci da? Sto bene o mi sento a disagio?
Non sempre una persona che ha fatto tanti corsi è più brava di altre, ma spesso è un segnale di dedizione (già solo a livello economico è un grande investimento), di volontà di apprendimento e curiosità, aspetti fondamentali; molto probabilmente quella persona sarà pronta a far fronte a situazioni che possono verificarsi. Ci sentiremo sicuramente più al sicuro.
Ora però vorrei fare una distinzione tra Operatore Olistico e Sciamano.
Se quanto ho detto sopra è vero per un Operatore Olistico (che a tutti gli effetti è una figura professionale che ha studiato tecniche del benessere), non è così immediato per la figura dello Sciamano che va tanto di moda oggi. In ambito di Sciamanesimo va fatta una prima grande distinzione tra:
- Operatori che praticano tecniche sciamaniche
- Sciamani
Nel primo caso abbiamo persone dedite alla salute, al benessere e alla conoscenza di sé che frequentano corsi di sciamanesimo per imparare delle tecniche che saranno utili per il loro percorso personale o da proporre agli eventuali clienti, ma questi non sono sciamani!
Per me gli sciamani sono persone speciali che, un po’ come una volta si diceva per i preti, hanno ricevuto una chiamata, una vocazione dagli Spiriti. Sono tramiti tra questo piano dell’esistenza e gli altri e hanno capacità innate in questo senso. Nelle diverse tradizioni del mondo vi sono differenti figure che ricoprono un ruolo di tramite, sacerdote e guaritore che noi impropriamente e genericamente definiamo sciamani e che, di conseguenza, hanno percorsi “iniziatici” differenti. Ma anche qui vi sono alcune caratteristiche fondamentali: una chiamata dagli spiriti (come detto prima), un lungo percorso formativo svolto in primo luogo su se stessi e un riconoscimento di tale ruolo da parte della società.
Ma allora può venire spontaneo chiedersi se, noi italiani, possiamo essere solo tecnici e non sciamani, non provenendo da quelle popolazioni. Domanda lecita che anche io mi sono posto spesso e a cui mi sono dato una risposta (che è la mia, giusta o sbagliata che sia). Io credo che il mondo degli spiriti non faccia distinzioni geografiche o di cultura, come dicevo lo sciamano è un uomo con la capacità e il compito di unificare e comunicare tra tutti i mondi e quindi tra tutte le creature o forme di vita. Questo non preclude alcun luogo, alcuna etnia. E’ vero che in italia non esiste lo sciamanesimo, se non quello importato, ma questo non significa che non sia esistito! E poi non è neanche propriamente vero, poiché in alcune regioni italiane come la Sicilia o la Sardegna si sono mantenute a tutt’oggi forme sciamaniche. E’ quindi possibile che si nasca con dei doni, con delle chiamate, che però vengono difficilmente identificate… Gli spiriti poi, se hai ricevuto la chiamata, ti portano sempre su una strada che ti accompagni in questo viaggio, che possa aiutarti anche dove una tradizione locale è andata perduta, ecco perché l’arrivo di altre culture qui. Ma queste possono essere solo un punto di partenza per cercare di recuperare un contatto con le proprie radici che, per altro, è quello che consigliano gli sciamani delle altre tradizioni.
Detto ciò è difficile capire se uno è realmente uno sciamano o si professa tale, è difficile discriminare tra gli italiani, ma a volte anche tra i nativi… non dimentichiamo che è un business anche per loro e noi non siamo in grado di discernere. Qui non vi sono titoli o corsi che ci possono dire quello è uno sciamano! Sicuramente identificheranno un tecnico, ma è una cosa un po’ diversa… sicuramente utile anch’essa, ma diversa!
Nella mia esperienza ho seguito questi punti per trovare la mia strada:
- per prima cosa sperimentare, conoscere, verificare… è solo in questo modo che possiamo avere un metro di confronto e di valutazione
- poi ascoltare, ascoltare e ascoltare… se non siamo in grado di ascoltare cosa proviamo, cosa si muove dentro di noi o fuori di noi, come possiamo capire cosa ci fa bene?
- diffidare da personalità troppo spinte, nel mio modo di essere credo che una grande qualità dello sciamano sia l’umiltà e la semplicità
- tenere in considerazione anche un etica che si esprime nei comportamenti ma anche economicamente
- infine, ricordate che ogni esperienza che fate, ogni incontro sono esperienze per voi fondamentali e quindi positive anche quando sono incontri negativi, in quanto vi permette di imparare qualcosa e di farne tesoro, ogni incontro è quello giusto per voi in quel momento.
Concludo questa mia disquisizione con un ultimo aspetto, quello economico.
Ci troviamo a fare i conti anche col denaro, sul quale oggi misuriamo ogni cosa. Lo spirito può e deve essere retribuito? La nostra salute ha un valore? Vi sono correnti di pensiero che sostengono che queste cose non vadano pagate, altre invece che si… ma quanto? Chi ha ragione?
Io personalmente mi trovo in una condizione doppia in quanto come guaritore di campagna (o segnatore) le guarigioni che compio con questo metodo sono tenuto a farle gratuitamente, potendo ricevere solo un eventuale dono. E’ importante però che avvenga a me o come dono ad altri in quanto a livello energetico viene chiesto sempre uno scambio… Ma questo è l’unico caso, che io definisco “volontariato”, in cui non chiedo un compenso proprio perché si muove e viaggia nel flusso del dono.
Tutte le altre pratiche, invece, che siano Naturopatiche o Sciamaniche necessitano di un compenso che sia equo ed etico. E’ un compenso che serve, come dice la parola, a portare equilibrio dentro e fuori di noi.
Questo è un lavoro a tutti gli effetti e di conseguenza deve permettere all’operatore di sopravvivere e di proseguire i propri studi e migliorarsi in modo da poter offrire un servizio sempre migliore. Oggi poi, pensiamo che più si paga, più ciò che riceviamo è di qualità o valore… questo è uno sbaglio, vi sono persone che possono approfittarsene di questo meccanismo mentale. Io ritengo giusto chiedere un compenso accettabile, a volte rivalutabile a seconda delle persone che incontro, in quanto è più importante poter aiutare l’altro. Ma allo stesso tempo bisogna riconoscere gli sforzi dell’operatore che per compiere un trattamento di 1 ora mette in campo molte risorse: le sue energie, la sua attenzione, il tempo dedicato alla persona ma anche allo studio e alla preparazione che precede quel momento, il lavoro su se stessi, un ambiente confortevole, etc. Tutto ciò ha un costo che, con amore, va riequilibrato, ricambiato.
Spero che questo mio articolo, un po’ lungo, possa aiutarvi a trovare la vostra strada e ricordate che non sempre è oro quel che luccica, spesso le persone migliori rimangono all’ombra…
L’articolo mi è piaciuto molto e concordo con tutto quello che hai scritto, bravo davvero
Sono pienamente d’accordo con te su tutto Valerio!
Ottimo articolo, complimenti.