Sono alcuni anni che osservo, mentre lavoro, che nei miei clienti, nella fase di valutazione energetica, mi risulta sempre il chakra del cuore in squilibrio, in relazione ad altri centri. Questa sua ricorrenza mi faceva pensare, come mai? Possibile che fosse sempre da riequilibrare? Era forse un riflesso di un mio squilibrio? Poi, in questo ultimo periodo, anche grazie a degli insegnamenti ricevuti dalle mie guide ho capito. “Apri il tuo cuore” mi è stato detto, sembra una roba un po’ new age, un po’ peace and love… ma non è così, ora lo ho capito. In effetti credo si possa ritenere che ognuno di noi vive quotidianamente degli squilibri in questo centro, legati alla nostra concezione dell’amore, al nostro modo di amare, ma anche alla capacità di stabilire legami intimi e profondi con gli altri e la natura, di sviluppare empatia, di provare compassione e amore incondizionato nei confronti di tutti gli esseri viventi (capacità che oggi ritengo essere una meta quasi utopica, ma anche un insegnamento su cui ogni essere umano deve lavorare).
Mi è quindi venuto in mente l’insegnamento di Angaangaq nel suo libro “Sciogliete il ghiaccio nei vostri cuori“, in cui per riassumere viene espressa la necessità di sciogliere il ghiaccio, che ci rende freddi, isolati, egoisti, separati dal resto del mondo, dai nostri cuori, che hanno invece in sé la potenzialità di sviluppare l’equilibrio, la compassione, l’armonia e l’amore per la vita.
Anche Abuela Margherita parla di qualcosa di simile: sostiene che nell’essere umano esistano tre centri energetici fondamentali, la mente, il cuore e il centro del potere che coincide con quello sessuale. L’essere umano ha due possibilità di manifestarsi: la prima (e quella attualmente più usata) è quella di connettere il centro della mente a quello del potere, bypassando il cuore in un movimento circolare; la seconda è quella di connettere i tre centri in un movimento a otto, ove il cuore funge da perno, o centro. Nel primo caso avremo un uomo assetato di potere e concentrato esclusivamente su se stesso e sul raggiungimento dei propri interessi a discapito di tutto ciò che lo circonda e, di conseguenza, alla fine anche di se stesso. Nel secondo caso, le due forze che sono il potere e la mente vengono armonizzate dalla coscienza manifestata dal cuore.
Anche la visione indiana del sistema dei chakra ci insegna che il cuore ha una funzione centrale, di equilibrio e diaframma tra i centri inferiori e quelli superiori, tra le energie ascendenti e discendenti.
Se immaginiamo questi centri come una bilancia, avremo quindi i due piatti e un fulcro, il loro movimento oscillatorio attorno al fulcro genererà, in effetti, un movimento sinusoidale che può richiamare un simbolo dell’8, ma anche la rappresentazione cinese del tao, ovvero della manifestazione continua della dualità yin e yang che producono l’intera manifestazione sono identificabili in questo movimento.
Il chakra del cuore, a mio avviso, ha anche un’altra funzione: quella di generare il campo elettromagnetico (o energetico) che ci circonda e che ci mette in comunicazione sottile con tutto ciò che ci circonda. Ciò avviene proprio per la sua funzione di fulcro, le energie della terra qui si incontrano con quelle del cielo e vengono mescolate. Da questo intreccio viene prodotto un campo che si espande verso l’esterno (attualmente vi sono scienziati che stanno studiando questi effetti). Ecco perché il mio maestro, mentre stava compiendo una guarigione su di me che riguardava il flusso dell’energia lungo i canali centrali mi ha detto: apri il tuo cuore! Perché questa apertura è fondamentale a un aumento e miglioramento dell’afflusso di tali energie nel corpo umano. Ecco anche perché, così spesso, mi viene detto di lavorare sulle persone in questo modo.
Io credo, per quanto detto, che aprire il cuore significhi non tanto esporsi a una emotività travolgente, a un tentativo di amare (quando ancora non sappiamo cosa voglia dire), quanto più che altro ad aprirci alla vita (non a caso il cuore è quell’organo che pulsa la “vita” in tutto il nostro corpo) e recuperare il radicamento, che altro non è che presenza e capacità di relazionarci col mondo.
Se divento consapevole del mio cuore, divento consapevole anche del mio campo energetico e di come esso interagisca con quello degli altri esseri umani, con la natura e la vita stessa. Attraverso questa consapevolezza cadono tutte le armature che ci siamo costruiti, si scioglie il ghiaccio che ci divide e separa dal resto del mondo, riscoprendo il nostro valore nella cooperazione e collaborazione. Riscoprire l’unità, quella frase così spesso ripetuta “Siamo Uno” o “Tutto è Uno”, è possibile proprio attraverso questo processo. Allora ti invito, così come ha fatto la mia guida con me, ad aprire il tuo cuore! E’ il momento di agire in questo senso per contrastare gli effetti di un’autodistruzione che abbiamo, inconsciamente, avviato nel momento in cui abbiamo smesso di ascoltare le nostre radici, chi siamo e da dove veniamo.
Apri il tuo cuore!
Grazie di cuore Valerio.
Anche nella scienza Ammonia si parla di cuore. Per esempio : sentite col cuore e soggiornarvi……..